CLUB HISTORY
1900
1901
1903
1904
1905
1906
1907
1908
1910
1912
1913
1914
1914
1915
1921
1923
1925
1926
1927
1929
1931
1931
1934
1935
1937
1938
1939
1941
1943
1944
1949
1949
1951
1953
1958
1965
1967
1969
1971
1973
1974
1976
1977
1979
1981
1982
1987
1988
1989
1990
1900
1900
Nasce la Lazio
Lugi Bigiarelli è l’ideatore della “Società Podistica Lazio”, fondata a Roma il 9 gennaio 1900. Quel giorno, lui, suo fratello Giacomo ed altri 7 amici decidono la costituzione della Lazio, seduti su una panchina di Piazza della Libertà. I soci risulteranno poi 15 alla sottoscrizione del primo Statuto sociale il 13 gennaio 1900, tutti animati da puro spirito olimpico. I Padri Fondatori vogliono costituire una società per poter partecipare ad una gara podistica, il “Giro di Castel Giubileo”, riservata esclusivamente a squadre tesserate. Proprio per quest’evento la Lazio nasce in origine unicamente come società podistica.
1901
Arriva il football
Nel 1901, al podismo, al canottaggio, al nuoto e all’escursionismo, si aggiunge così un’ulteriore disciplina: il football, ancora poco conosciuto a Roma nei dettagli e nelle sue regole di gioco. Nell’Urbe gli unici a praticarlo, infatti, sono i seminaristi del Collegio Scozzese ed Irlandese. Probabilmente il “trait d'union” tra la neonata Società Podistica Lazio ed i seminaristi britannici praticanti del football a Roma, porta il nome Bruno Seghettini, che nel gennaio 1901 si presenta nella sede della Lazio in Via Valadier 21, e decide di raccontare loro gli aneddoti sulle origini e sulle regole basilari di questo sport nato in Inghilterra. Mostra la sua palla di corda annodata che rimbalza ogni qualvolta tocca terra.
1903
Compaiono le prime porte di legno
Nel 1903 Alberto Canalini, di professione falegname e socio laziale, costruisce le prime porte di legno a Roma e le pianta a Piazza d’Armi, il primo campo da gioco della Lazio. Nella foto, il centrattacco e capitano della Lazio, Sante Ancherani, intento a posizionare una porta sul campo.
1904
Il primo derby della Capitale è Lazio-Virtus
Il 15 maggio 1904 viene disputato il primo “derby” documentato della Capitale, giocatosi a Piazza d’Armi e vinto dalla Lazio per 3-0 con una tripletta del suo centrattacco Sante Ancherani. Per l’occasione la Lazio inaugura le proprie nuove divise, realizzate artigianalmente dalla famiglia di Sante. Quelle bellissime casacche sono delle camicie di flanella ad inserti bianchi e celesti realizzate in casa e cucite dalla mamma e dalla sorella di capitan Ancherani.
1905
La prima volta dell'aquila imperiale romana
Debutta il simbolo adottato in quel periodo e nel quale compare per la prima volta l'aquila imperiale romana. Lo stemma raffigura il rapace, emblema delle legioni romane, in posizione di attesa, adagiato su uno scudo a sette bande verticali, quattro azzurre e tre bianche. Le maestose ali dell’aquila sono raccolte verso il basso e seguono la curva dello scudo sul lato destro. Il becco dell’aquila sorregge un cartiglio azzurro con la denominazione “S. Podistica Lazio”.
1906
Un nuovo campo per la Lazio
Nel 1906 il club trasferisce il proprio quartier generale presso Villa Borghese. Il presidente Ballerini, infatti, riesce ad ottenere in concessione la Casina dell’Uccelliera come sede e l'area verde di Parco dei Daini viene utilizzata come campo da gioco.
1907
Vince il Campionato Romano
Il campionato romano del 1907 è il primo torneo aperto a tutte le società di football capitoline. I biancocelesti s’impongono subito sulle rivali infliggendo un perentorio 2-0 al Roman ed un roboante 3-0 alla Virtus e diviene immediatamente la prima squadra Campione del Lazio. In qualità di detentrice del titolo di "Campione del Lazio" del 1907, la Lazio è invitata a Perugia per disputare una sorta di spareggio interprovinciale. I biancocelesti incontrano lo Sport Club Siena e, dopo appena mezz’ora di gioco, sono già avanti di cinque reti a zero. La partita viene sospesa per manifesta inferiorità dell’avversario. Di questa squadra è centrattacco ed allenatore Sante Ancherani.
1908
Lazio Campione Centro-Sud, con tre partite in un giorno
In virtù dei successi conseguiti nell'annata precedente (campionato romano e fase interregionale a Perugia), la Lazio è invitata a Pisa per partecipare alle finali centro-meridionali in programma domenica 7 giugno 1908. Sta di fatto che la Lazio schiera la medesima formazione, disputando tre partite consecutive domenicali e batte prima il Lucca per 3-0 (ore 10), poi la Spes Livorno per 4-0 (ore 14) e quindi la Virtus Juventusque Livorno per 1-0 (ore 16:30). In quella giornata Lazio si laurea vincitrice del torneo interregionale.
1910
Nasce il “Campionato Regionale Laziale”. Subito è trionfo.
Il 13 marzo 1910 è indetta una storica partita tra la Lazio e la Ginnastica Fortitudo, terminata con l’eloquente risultato di 11-0 per i biancocelesti. Tale sfida è anche la partita d’esordio del primo Campionato Romano organizzato dal Comitato Regionale Laziale sotto l’egida della nuova Federazione che assume il nome di FIGC nel 1909. Le squadre iscritte sono: Lazio, Roman, Juventus e Ginnastica Fortitudo. La Lazio vince facilmente il primo torneo ufficiale regionale, totalizzando 12 punti in 6 partite. Segna 31 reti e ne subisce appena 2.
1912
Vittoria record sul nuovo campo della Farnesina
La squadra della Lazio momentaneamente si sposta al campo della Farnesina, situato assai lontano, in prossimità del Poligono di Tiro oltre Ponte Milvio, più o meno nell’area occupata vent’anni dopo dallo Stadio dei Marmi. Il campo è inaugurato con un secco 5-0 all’Audace e viene utilizzato per poco più di un anno, il tempo necessario per ultimare i lavori al campo della Rondinella. Domenica 10 novembre 1912 va in scena la partita Lazio-Pro Roma 13-1 che risulterà la vittoria della Lazio con il più ampio scarto in gare di campionato della storia del primo club della Capitale.
1913
Arriva la prima “Finale Nazionale”
La FIGC vara il primo campionato nazionale. Esso è strutturato in tre gironi per l’Italia settentrionale e tre per l’Italia centro-meridionale. A raggiungere la finalissima, dopo aver sbaragliato tutti i suoi avversari, è la Lazio, regina incontrastata di Roma e del Centro-Sud. Incontra, nella Finale Nazionale (disputata a Genova), il Pro Vercelli che domina l’incontro, imponendosi per 6-0 sui biancazzurri, conquistando il titolo. Il calcio del Nord è ancora troppo superiore.
1914
Di nuovo in “Finale Nazionale”
Ricomincia la nuova stagione e la Lazio parte ancora con i favori del pronostico, almeno per quanto riguarda le avversarie capitoline, e quelle del Centro e del Sud della penisola. Le aspettative non vengono deluse. In sequenza i biancazzurri spengono le velleità delle formazioni romane e poi della Spes di Livorno e dell’Internazionale di Napoli, laureandosi Campione dell’Italia Centro-Meridionale, successo che le darà diritto alla finalissima nazionale. Nelle due partite con il Casale, la Lazio viene sconfitta per 7-1 in Piemonte e per 0-2 a Roma.
1914
Si inaugura lo stadio della Rondinella
La data del 1° novembre 1914 è una data storica. Il match Lazio-Audace 3-2 inaugura la storia del leggendario campo della Rondinella, ubicato nel neonato quartiere del Flaminio.
1915
Lo scudetto negato
Al momento della sospensione bellica del campionato 1914/15 per lo scoppio della Prima Guerra Mondiale la Lazio si laurea Campione dell’Italia Centro-Meridionale e, dunque, conquista il diritto di disputare la “Finalissima Nazionale” contro la primatista del Girone Finale dell’Italia Settentrionale, finalissima valida per l’assegnazione del titolo di Campione d’Italia. Il torneo dell’Alta Italia, però, è interrotto ad una giornata dal termine per lo scoppio della Grande Guerra con una delibera adottata della FIGC il 22 maggio 1915.
1921
La Lazio diventa “Ente Morale”
Il sodalizio dello storico presidente Fortunato Ballerini viene insignito, con Regio Decreto 907/1921 del 2 giugno 1921, dell’onorificenza che lo erige Ente Morale per aver trasformato il proprio campo, quello dello stadio della Rondinella, in orto di guerra con lo scopo di sfamare la popolazione romana, provata dalla terribile carestia bellica. La Lazio è, a tutt’oggi, l’unica società presente nel panorama sportivo nazionale ed internazionale ad aver conseguito tale onorificenza meritoria. L’acquisizione di tale status, peraltro, permette al Generale Giorgio Vaccaro, sei anni più tardi, di opporsi con successo alla fusione con la costituenda A.S. Roma.
1923
Arriva la terza “Finale Nazionale”
La Lazio raggiunge la terza finale scudetto della sua storia. I giovani, messisi in luce nel periodo post-bellico, crescono e rendono nuovamente grande la Lazio che schiera giocatori del calibro di Bernardini, Faccani e dei fratelli Saraceni. Nel girone regionale la Lazio elimina l’Alba, la Fortitudo, l’U.S. Romana, la Juventus, l’Audax e il Roman. Al girone successivo liquida l’Ideale, la Libertas Palermo e l’Internaples. In semifinale batte il Savoia e si arrenderà solo al Genoa nella doppia finale (Genoa-Lazio 4-1, Lazio-Genoa 0-2).
1925
Bernardini primo giocatore romano in nazionale
In questa stagione Fulvio Bernardini fa il suo esordio in azzurro. Primo romano e primo giocatore della Lazio ad arrivare alla selezione nazionale. Dal primo calciatore romano e laziale in nazionale al primo allenatore professionista della Lazio: in panchina, infatti, siede il magiaro Koszegy, primo tecnico professionista della storia biancoceleste.
1926
Da SPL a SSL, addio alla Podistica
Dal 19 giugno 1926 la Lazio cambia la sua denominazione ufficiale passando da "Società Podistica Lazio" diviene "Società Sportiva Lazio".
1927
No alla fusione con altri club minori capitolini
La Lazio rischia di sparire sull’altare di una decisione politica che vuole arrivare alla fusione di tutte le squadre romane per dar vita ad una società forte economicamente e competitiva in campo nazionale. Ma la Lazio si opporrà. In questa "querelle" si inserisce la figura del Generale Giorgio Vaccaro, influente capo dello sport italiano che, nominato vicepresidente della Lazio, ne difende storia e unicità. Il fatto che la Lazio fosse Ente Morale gioca un ruolo fondamentale nella questione. La Lazio resterà tale, custodendo gelosamente il titolo di prima squadra di Roma.
1929
Girone Unico con Zenobi presidente
Il nuovo presidente è Remo Zenobi, uno dei migliori dirigenti della storia biancazzurra. La stagione 1929/30 è la prima con il campionato a Girone Unico. In una Serie A a 18 squadre composta, per lo più, da squadre del Centro-Nord (con le sole eccezioni di Napoli, Roma e Lazio), i biancazzurri si salvano dopo un inizio travolgente e promettente. Alla prima giornata liquidano per 3-0 i Campioni d’Italia del Bologna.
1931
La “prima” allo Stadio Nazionale del Pnf
La stagione si caratterizza soprattutto per l’addio al leggendario stadio della Rondinella. I biancazzurri si trasferiscono allo Stadio Nazionale del PNF (Partito Nazionale Fascista) e nel 1932 la Lazio stessa verrà incaricata dal Comune di Roma di gestire l’impianto sportivo. In linea con l’autarchia vigente sono bandite tutte le espressioni di origine anglo-sassone e quindi anche la parola “football” viene censurata; da questo momento in poi il giuoco sarà denominato solo “calcio”.
1931
La Brasilazio
Per cercare di risolvere una crisi tecnica che dura ormai da anni, anche la Lazio, ha pensato di ingaggiare una serie di calciatori oriundi, ossia giocatori stranieri in grado di dimostrare ascendenze native della madrepatria italiana. Sono così nove i brasiliani tesserati dalla Lazio, di cui sette oriundi, tra cui spiccano Fantoni II e Guarisi. La cosiddetta “Brasilazio” è allenata da un altro carioca, Amilcar Barbuy. I “brasilaziali” scendono in campo indossando paradossalmente una casacca molto “argentina” e ben poco “brasiliana”, con larghe bande verticali di colore bianche e azzurre.
1934
Piola alla Lazio
Nell’estate del ‘34 Silvio Piola passa clamorosamente alla Lazio. Il giocatore, inizialmente restio per ragioni familiari e con l’ambizione di essere presto convocato in Nazionale, si decide ad acconsentire al trasferimento nella Capitale grazie alla grande capacità persuasiva di Giorgio Vaccaro, presidente della FIGC ed ex vicepresidente della Lazio.
1935
La prima volta di Piola in Nazionale
Il commissario tecnico Vittorio Pozzo convoca Silvio Piola per la prima volta in Nazionale, in vista della sfida contro l’Austria per sostituire l’infortunato Giuseppe Meazza. Piola debutta il 24 marzo 1935 a Vienna, siglando una straordinaria doppietta che impreziosisce il successo degli azzurri.
1937
La prima Finale continentale della Lazio
Nel 1936/37 i biancazzurri disputano uno splendido campionato conclusosi con il 2° posto in classifica e partecipano di diritto alla Coppa Europa, il più prestigioso torneo continentale dell’epoca, raggiungendone la finale che si disputa a settembre ed ottobre del 1937. La finale non sorride alla Lazio che la perde in maniera rocambolesca contro il Ferencváros, anche per effetto di una discutibile conduzione arbitrale nella partita di andata giocata in Ungheria che ne compromette il ritorno disputato a Roma.
1938
Piola a suon di gol è campione del mondo
Per fare spazio a Piola in Nazionale, il tecnico Pozzo è costretto ad impiegare Meazza come mezzala, ma il bomber laziale lo ripaga mettendo a segno 5 gol nel Mondiale del 1938, vinto dall’Italia con una sua doppietta nella finale in cui si impone per 4-2 contro l’Ungheria.
1939
Per la prima volta con i numeri sulle maglie
Il 17 settembre 1939 è una data storica per il calcio italiano, quella in cui per la prima volta i tifosi vedono i propri beniamini calcare i campi con un insolito numero, di grandi dimensioni, cucito sul retro della casacca. Grazie ad una circolare emanata dall’allora presidente della FIGC Giorgio Vaccaro si rende obbligatorio il numero da cucire sulle divise dei giocatori. Per la Lazio il giorno del battesimo è il match contro il Modena (1-1)
1941
Piola eroe del derby con la testa fasciata
Piola dopo uno scontro con il giallorosso Acerbi crolla a terra con il viso insanguinato. Soccorso e portato negli spogliatoi gli viene sconsigliato di riprendere il gioco. Piola risponde che gli vengano applicati alla svelta i necessari punti di sutura: torna in campo. Il primo tempo sta per concludersi quando su una palla contesa Piola si avventa, colpisce la palla con la fronte insanguinata e la scaraventa in rete. Crollato di nuovo a terra dal dolore, nel contrasto con il pallone, le grappette si sono affondate nella carne. Il medico tenta di nuovo di fermarlo. Piola non sente ragioni e nella ripresa raddoppia. Piola batte la Roma 2-0.
1943
Piola lascia la Lazio
Per essere un campionato di guerra, la Lazio può vantare l’arma più micidiale: un Silvio Piola al fulmicotone. È infatti il capitano biancazzurro che conquista il primato dei cannonieri con 21 reti. Nessuno lo sa, anche se intimamente può temerlo, ma questo del 1942/43 è stato l’ultimo campionato di Piola con la maglia della Lazio. Gli eventi precipitano. Il 19 luglio 1943 Roma viene duramente bombardata. Il 25 cade il fascismo. Piola lascia la Lazio con 159 gol. Successivamente diventerà il miglior marcatore italiano di sempre, con 274 reti realizzate in Serie A (290 considerando le 16 reti realizzate nel campionato misto A/B post-bellico, diviso in due gironi.
1944
Vince il 1° Campionato Romano di Guerra
Il 27 novembre 1943 la Federazione attraverso un comunicato federale, annuncia che il campionato si sarebbe disputato attraverso un sistema misto, che avrebbe raggruppato le società di Serie A, B e C in un'unica serie divisa in gironi regionali. Le finaliste si sarebbero poi incontrate in un girone unico. La Lazio vince il girone laziale, ma non può partecipare alle fasi finali poiché frattanto gli alleati, dopo la battaglia di Monte Cassino e lo sbarco di Anzio, occupano l'intero territorio regionale. Quindi alla Lazio, rimane il titolo di "Campione del Lazio".
1949
Per la prima volta con la fascia rossa sul braccio
Dalla stagione 1949/50 la Lega introduce l’uso della fascia al braccio sinistro per individuare il capitano della squadra. La Lazio sceglie la rappresentatività della fascia di colore rosso. Il mondo del calcio piange il “Grande Torino”. Il 4 maggio 1949 l'aereo che riporta nel capoluogo piemontese il Toro si schianta sulla collina di Superga. Nessun superstite. Una delle squadre più forti di tutti i tempi viene annientata. Il tricolore viene assegnato d’ufficio al Torino. Lo stadio Nazionale di Roma sarà intitolato proprio a questa squadra leggendaria.
1949
Gradella lascia il calcio
A soli 28 anni, a causa di ripetuti infortuni, il portiere Uber Gradella interrompe la sua carriera sportiva. Ma la singolarità della vita di Gradella è la fedeltà ai colori biancazzurri. Uno sportivo vero che non vorrà mai abbandonare Roma malgrado la crisi economica. La Lazio non ha i soldi per pagargli l'ingaggio e allora lo aiuta ad affrontare una nuova sfida, nel ramo imprenditoriale, dandogli la “chance” di aprire un negozio di abbigliamento e attrezzature sportive, denominato “Bottega dello Sport”.
1951
I fratelli Sentimenti “condannano” i cugini alla Serie B
I fratelli Sentimenti diventano tre con l’arrivo di Sentimenti V. La Lazio vince entrambi i derby. Nella seconda stracittadina la folla romanista è in agitazione contro i fratelli Sentimenti i quali, dopo essere tornati a casa scortati dai Carabinieri, dimostrano tutta la loro lazialità aprendo le porte della loro abitazione ai tifosi laziali per festeggiare la vittoria nel derby. La Roma giunge diciannovesima e retrocede in Serie B.
1953
Si inaugura lo stadio Olimpico
Ideato nel 1927, e originariamente noto come stadio dei Cipressi, nasce su progetto di Enrico Del Debbio. Nel 1949 viene deciso dal CONI, suo proprietario, il completamento, curato da Annibale Vitellozzi, che lo ultima nel 1953; all'epoca, noto come stadio dei Centomila per via della capienza che si aggirava intorno ai 100.000 posti. È ribattezzato stadio Olimpico dopo l’assegnazione a Roma dei Giochi olimpici del 1960. È inaugurato dai biancazzurri in campionato il 20 settembre 1953, con l’incontro Lazio-Legnano (1-1).
1958
Il primo trofeo della storia è la Coppa Italia
Nel 1958 la FIGC decide di ripristinare la Coppa Italia. La Lazio si aggiudica la competizione battendo in finale la Fiorentina. Il primo trofeo vinto segna anche il debutto della coccarda tricolore, segno distintivo che, similmente a quanto già accadeva con lo scudetto, identifica la formazione vincitrice della Coppa Italia. Pertanto, a partire dalla stagione 1958/59, la Lazio è il primo club a fregiarsi della coccarda sulla maglia.
1965
Lenzini diventa presidente
Durante l’annata 1965 (il 18 novembre) si registra un evento storico: l’insediamento di Umberto Lenzini alla presidenza della Lazio. L’uomo, che diventerà famoso con il bonario appellativo di “Sor Umberto”, nasce in America, in Colorado. Di mestiere fa il costruttore e porterà la Lazio al suo primo scudetto. Basterà attendere quasi un decennio
1967
La Stella d’Oro al merito sportivo
In estate la S.S. Lazio viene insignita della “Stella d’Oro” al merito sportivo, riconosciutole per aver saputo coltivare la tradizione e l’attività di quel grande patrimonio morale e sportivo costituito dalle numerose discipline sportive praticate.
1969
Si spengono le luci, ma arriva Chinaglia e le “riaccende”
Con la Lazio neopromossa in Serie A debutta Giorgio Chinaglia, un giovane che, venuto dalla Serie C, segnerà ben 12 reti. L’annata inizia con un derby di Coppa Italia che finisce tra le polemiche. A pochi minuti dalla fine della partita si spengono i riflettori dello stadio, che poi tarderanno (parzialmente) a riaccendersi. La vittoria viene assegnata a tavolino ai giallorossi in quanto la Lazio è ospitante ed organizzatrice del match.
1971
Vince la Coppa delle Alpi ed arriva Maestrelli
Con la Lazio retrocessa in Serie B, viene esonerato il tecnico Lorenzo. C’è, comunque, da disputare la Coppa delle Alpi, competizione europea che si svolge a fine campionato. La FIGC designa la Lazio, la Sampdoria, il Verona ed il Varese come rappresentanti del calcio italiano. Il 25 giugno 1971, allo “Stadio San Giacomo di Basilea”, la squadra biancazzurra vince la Coppa delle Alpi battendo il Basilea per 3-1, con doppietta di Chinaglia. Il presidente Lenzini individua proprio in Tommaso Maestrelli il profilo giusto per rilanciare la Lazio.
1973
Dalla B allo scudetto sfiorato in pochi mesi
Il doppio successo nei derby ed un grande girone di ritorno permettono agli uomini di Maestrelli di raggiungere la prima posizione in classifica a quattro giornate dal termine. L’ultima giornata è da cardiopalma. Sono tre le squadre a contendersi il titolo: Milan a 44 punti, Juventus e Lazio a 43. Alla fine del primo tempo il Milan sta perdendo a Verona e la Juventus a Roma, mentre la Lazio pareggia a Napoli. Al 90' i rossoneri cadono a Verona, la Juventus sconfigge i giallorossi, trovando l’autostrada libera per beffare i biancazzurri, sconfitti dal Napoli.
1974
Campione d’Italia
La squadra per il campionato 1973/74 è sostanzialmente la stessa che aveva disputato un'eccezionale stagione nell’annata precedente, con l’innesto in pianta stabile di D’Amico, gioiello delle giovanili. Alla vigilia del campionato pochi credono che i biancazzurri possano ripetersi. Chinaglia si rivela infallibile come cannoniere. Pulici e Wilson sono i leader della difesa e Re Cecconi si dimostra un mix di qualità e quantità. Frustalupi interpreta il ruolo del regista e D’Amico quello del fantasista. La Lazio, inoltre, vanta giocatori come Petrelli, Martini, Oddi, Nanni, Garlaschelli che offrono un contributo eccellente alla causa. Domenica 12 maggio 1974 è una data storica, si celebra la conquista del primo tricolore.
1976
Maestrelli salva la Lazio e dice addio
La malattia di Maestrelli impone il cambio in panchina. Al suo posto viene chiamato in panchina il tecnico Corsini. Esplode in prima squadra Bruno Giordano, attaccante della Primavera, che segna subito al suo esordio la rete che permette di espugnare il campo della Sampdoria. I rapporti tra Chinaglia e Corsini sono pessimi e, con una squadra ormai in caduta libera, torna Maestrelli a dare l’ultimo aiuto alla sua Lazio. Il sofferto pareggio a Como (2-2) evita alla Lazio la retrocessione all’ultima giornata. Il 2 dicembre del 1976 muore Maestrelli.
1977
L’ultima partita di Re Cecconi
È domenica 24 ottobre 1976 ed allo Stadio Olimpico la Lazio affronta il Bologna in campionato. La gara termina con un netto 3-0. La gara però rimane segnata dall'infortunio occorso al 20’ a Luciano Re Cecconi, costretto ad abbandonare il terreno di gioco. Si tratta di un incidente singolare: al 13’, nel girarsi per passare la palla a Wilson, il ginocchio che faceva da perno si è improvvisamente bloccato. Sarà proprio questa l’ultima gara in biancazzurro dell’Angelo Biondo che a causa di un tragico episodio morirà il 18 gennaio 1977.
1979
La tragedia Paparelli
Bruno Giordano al termine della stagione 1978/79 diventa capocannoniere con 19 reti. Ma un altro dramma si consuma: il 28 ottobre 1979 muore Vincenzo Paparelli. L'omicidio di Paparelli, avvenuto prima del derby del 28 ottobre 1979 all'interno dello stadio Olimpico, è una delle pagine più nere della storia del calcio capitolino. Il 18 novembre dello stesso anno la Lazio e la Roma decidono di disputare una partita amichevole a squadre miste e di devolvere l’incasso in favore della famiglia del tifoso scomparso.
1981
Il primo sponsor commerciale è la Tonini
La stagione calcistica 1981/82, si presenta con la novità assoluta, quella degli sponsor commerciali che possono reclamizzare i propri marchi sulle magliette dei calciatori. Oltre 28 club italiani di Serie A e B, scendono in campo sfoggiando uno sponsor sul petto. È una novità che crea inizialmente molta perplessità tra i tifosi abituati alle maglie immacolate dei loro idoli. La Lazio è sponsorizzata dalla Tonini, un’azienda alimentare torinese leader nella produzione di grissini.
1982
Nasce il mito della “Maglia Bandiera”
Con il presidente Casoni nasce graficamente una nuova aquila avveniristica, aggressiva e con le lunghe ali tese: è l’aquila stilizzata. Ideatore del logo e della prima maglia è il creativo Otello Cecchi della Marksport di Firenze. La nuova divisa si presenta per la metà inferiore celeste e per quella superiore bianca, sovrastata sul petto dall’aquila stilizzata di colore blu. Un disegno del rapace con le lunghe ali che, passando per le maniche, abbraccia il calciatore fino alla schiena, terminando in prossimità del numero.
1987
La leggenda del “Meno Nove”
Dopo le dolorose vicende che coinvolgono la Lazio nello scandalo del calcioscommesse, tre personaggi fondamentali salvano il club dal fallimento: Bocchi ed i fratelli Calleri. Nell’estate rovente del 1986 la Lazio viene retrocessa in Serie C, ma la condanna è attenuata dalla Caf che conferma la Serie B, ma con 9 punti di penalizzazione. L’ultima, drammatica partita, è in casa col Vicenza e viene decisa da Fiorini. Non basta, è doppio spareggio a Napoli, con Taranto e Campobasso. Di fronte a 35.000 tifosi laziali, il Taranto batte la Lazio rendendo drammatico lo scontro vinto col Campobasso: un altro gol entra nella leggenda e lo segna Poli che salva la Lazio.
1988
Arrivederci Olimpico, addio vecchia Curva Nord
Lazio-Taranto è la partita della promozione in Serie A, ma il cuore del tifo biancazzurro è in curva Sud. La storica Nord è un cantiere per la realizzazione del nuovo Olimpico per i Mondiali di Italia ’90. Uno striscione accompagna questo addio: “Cara, vecchia Nord, con il cuore non ti dimenticheremo mai”.
1989
Di nuovo nel catino del Flaminio
A causa dei lavori di ristrutturazione dello stadio Olimpico per i Mondiali del ‘90, nella stagione 1989/90 la Lazio gioca le proprie gare interne allo stadio Flaminio. Nelle gare disputate al Flaminio è un tuffo al cuore per tutti i tifosi che possono vedere i propri beniamini da vicino, senza piste d'atletica, e con una visuale perfetta. Un tifo caloroso ed appassionato accompagna la Lazio in tutte e 17 le gare interne di quella stagione.
1990
Calleri porta il mito Zoff a Roma
Un nome dal grande prestigio e di spiccata notorietà per la panchina laziale. Arriva dalla Juventus il mito, la leggenda, il campione del mondo del 1982, “mister” Dino Zoff, fresco vincitore di Coppa Italia e Coppa Uefa con la Juventus. Calleri assegna all’ex bandiera della Nazionale italiana il compito di far compiere alla squadra il salto di qualità.