CLUB HISTORY
1900
1901
1903
1904
1905
1906
1907
1908
1910
1912
1913
1914
1914
1915
1921
1923
1925
1926
1927
1929
1931
1931
1934
1935
1937
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1939
1941
1943
1944
1949
1949
1951
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1969
1971
1973
1974
1976
1977
1979
1981
1982
1987
1988
1989
1990
1900
1900
LE ORIGINI
Dall'idea di nove atleti podisti guidati dal sottoufficiale dei Bersaglieri Luigi Bigiarelli nasce la S.P. Lazio, fondata ufficialmente il 9 gennaio del 1900 in piazza della Libertà: l'aquila imperiale il simbolo scelto, il bianco e il celeste i colori in onore della Grecia, patria delle Olimpiadi.
1901
IL PRIMO TRICOLORE
Il 2 giugno 1921 con decreto regio n/907 la società viene eretta a Ente Morale in riconoscimento dell'attività svolta dai suoi dirigenti, in particolare la trasformazione in orto di guerra dei propri campi da gioco per soddisfare il fabbisogno alimentare della popolazione durante la Grande Guerra.
1903
GLI ANNI BUI
Al termine dell'assemblea del 19 giugno 1926, la società biancoceleste assume la denominazione definitiva e attuale di S.S.Lazio, Società Sportiva Lazio.
1904
IL SECONDO SCUDETTO
Attraverso l'opera politico-diplomatica dell'Ufficiale Generale dell'esercito Italiano Giorgio Vaccaro, la Lazio conserva la sua identità sportiva non aderendo all'opera di fusione di alcuni club capitolini che daranno origine nel 1927 alla A.S. Roma.
1905
La prima volta dell'aquila imperiale romana ENG
Debutta il simbolo adottato in quel periodo e nel quale compare per la prima volta l'aquila imperiale romana. Lo stemma raffigura il rapace, emblema delle legioni romane, in posizione di attesa, adagiato su uno scudo a sette bande verticali, quattro azzurre e tre bianche. Le maestose ali dell’aquila sono raccolte verso il basso e seguono la curva dello scudo sul lato destro. Il becco dell’aquila sorregge un cartiglio azzurro con la denominazione “S. Podistica Lazio”.
1906
CLAUDIO LOTITO
Battendo nella finale del 24 settembre 1958 allo stadio Olimpico di Roma la Fiorentina con un gol di Prini, la Lazio allenata da Fulvio Bernardini e capitanata da Bob Lovati alza al cielo il suo primo trofeo, la Coppa Italia, istituendo peraltro la coccarda tricolore per la prima volta assoluta.
1907
La Lazio vince Coppa delle Alpi
Il 25 giugno del 1971 a Basilea, la Lazio di Tommaso Maestrelli batte i padroni di casa per 3-1 vincendo così l'edizione della coppa delle Alpi, l'undicesima e ultima della storia. Manservisi e una doppietta di Chinaglia decidono il torneo.
1908
La Lazio vince il suo primo scudetto
Il 12 maggio 1974, a coronamento di una stagione da protagonista duellando con la Juventus, si decide la corsa al Tricolore. Un calcio di rigore di Chinaglia contro il Foggia all'Olimpico regala agli uomini del presidente Lenzini e del tecnico Maestrelli il primo Scudetto della storia biancoceleste.
1910
La Lazio ottiene la salvezza dalla retrocessione dopo la penalizzazione di 9 punti
In un campionato cadetto caratterizzato da una penalizzazione di 9 punti, la Lazio completa il suo percorso di salvezza, prima battendo il L.R. Vicenza con un gol di Fiorini, poi superando gli spareggi a Napoli con Taranto e Campobasso. Decisiva la vittoria con i molisani grazie a un gol di Poli.
1912
La Lazio vince la sua seconda coppa Italia
Battendo il Milan nella finale di ritorno del 29 aprile, con un 3-1 in rimonta firmato Gottardi, Jugovic e Nesta, la Lazio torna a vincere la Coppa Italia, quarant'anni dopo il primo successo. E' il ritorno alla vittoria e l'inizio del grande ciclo di successi della squadra di Sven Goran Eriksson.
1913
La Lazio si quota in Borsa. Prima società professionistica italiana di calcio
Il 6 maggio 1998 la Lazio è ufficialmente quotata alla Borsa di Piazza Affari. Una mossa voluta e promossa dal Presidente della Lazio Sergio Cragnotti, rendendo il club capitolino la prima s.p.a. del calcio italiano ad entrare nel mercato azionistico.
1914
La Lazio disputa la sua prima finale europea della storia
Il 6 maggio 1998 a Parigi, allo stadio Parco dei Principi, di fronte all'Inter la Lazio si presenta in campo per disputare la sua prima finale europea della storia, nel giorno dell'ingresso in Borsa del club capitolino.
1914
La prima Supercoppa Italiana
A Torino, il 29 agosto 1998, la finale di Supercoppa Italiana vede di fronte la Juventus campione d'Italia e la Lazio, vincitrice della Coppa Italia. Pavel Nedved prima e Sergio Conceicao nei minuti finali consentono ai biancocelesti di vincere la sua prima Supercoppa Italiana della storia.
1915
La Lazio vince l’ ultima edizione della Coppa delle Coppe
Il 19 maggio 1999 a Birmingham si disputa l'ultima finale della Coppa delle Coppe tra Lazio e Real Mallorca. Con un 2-1 firmato Christian Vieri e Pavel Nedved, gli uomini di Eriksson conquistano il primo titolo europeo della storia del Club.
1921
La Supercoppa Europea
A Montecarlo, si gioca la finale di Supercoppa Europea, tra la Lazio, vincitrice della Coppa delle Coppe, e il Manchester UTD, detentore della Champions League. Un gol di Salas decide l'assegnazione del trofeo, la prima Supercoppa Europea sottratta agli invincibili inglesi. E' il 27 agosto 1999.
1923
La prima partecipazione in Champions League
Il debutto nella massima competizione europea per club avviene a Leverkusen, il 14 settembre 1999. Esordio con pari alla Bayer Arena, con rete di Sinisa Mihajlovic. In precedenza, una squalifica Uefa del 1974 aveva impedito alla Lazio Campione d'Italia la partecipazione alla Coppa dei Campioni.
1925
Il secondo scudetto
Il 14 maggio 2000, al termine di Perugia e Juventus, esplode la festa dell'Olimpico invaso dal pubblico laziale subito dopo il fischio finale di Lazio-Reggina (3-0). La sconfitta della Juventus sancisce la vittoria del campionato nell’ultima giornata, è il secondo titolo della storia biancoceleste.
1926
La seconda Supercoppa Italiana
8 settembre 2000: La Lazio campione d’Italia in carica ospita all'Olimpico l'Inter e vince la sua seconda Supercoppa Italiana imponendosi con il risultato 4-3. Doppietta di Claudio Lopez, reti di Sinisa Mihajlovic e Dejan Stankovic. E' la seconda Supercoppa Italiana nella bacheca laziale.
1927
La terza Coppa Italia
A quattro giorni di distanza dalla vittoria del campionato, il 18 maggio 2000, la Lazio ottiene il "double" con la vittoria della Coppa Italia. Al Giuseppe Meazza, contro l'Inter è sufficiente il pareggio 0-0, dopo la vittoria della finale di andata. E' la terza Coppa Nazionale per la Lazio.
1929
La quarta Coppa Italia
Nella doppia finale contro la Juventus, i biancocelesti guidati da Mancini trionfano grazie alla doppietta di Fiore messa a segno nella gara di andata. Il 12 maggio 2004: nel match di ritorno a Torino è così sufficiente il pareggio 2-2 firmato Corradi e Fiore per alzare la Coppa Italia.
1931
La quinta Coppa Italia
13 maggio 2009. All' Olimpico va in scena la finale di Coppa Italia tra Lazio e Sampdoria. I biancocelesti trionfano ai calci di rigore, dopo che la gara regolamentare era terminata 1-1 con la rete di Zarate. Il rigore decisivo di Dabo consegna al presidente Lotito il suo primo trofeo biancoceleste.
1931
La terza Supercoppa Italiana
Finale di Supercoppa Italiana in Cina, 8 agosto 2009. A Pechino, contro la fortissima Inter, prossima Campione d'Italia e d'Europa, la Lazio di mister Ballardini vincere per 2-1, grazie ai gol di Matuzalem e di capitan Rocchi. La terza Supercoppa italiana della Lazio a Roma giunge dall'Oriente.
1934
La sesta Coppa Italia
26 maggio 2013, una data, un incontro, una finale senza precedenti e senza repliche. Il derby di Roma assegna la coppa Italia. Al minuto 71 il tocco di Senad Lulic decide gara, partita, coppa e i ruoli nella storia del calcio capitolino e nazionale. Vince la Lazio e alza la Coppa Italia.
1935
Quarta Supercoppa Italiana
Contro la Juventus, il 13 agosto 2017, la stagione della Lazio si apre con la finale di Supercoppa Italiana. Una sfida piena di colpi di scena sorride ai biancocelesti: la doppietta di Immobile, vanificata dalla rimonta bianconera, viene esaltata dal gol decisivo di Murgia, per il 3-2 definitivo.
1937
La Settima Coppa Italia
Il 15 maggio 2019, contro l'Atalanta la Lazio di Simone Inzaghi smentisce ogni pronostico e si impone con autorevolezza. Il 2-0 firmato Sergej Milinkovic-Savic e Joaquin Correa determina il settimo trionfo biancoceleste nella competizione, davanti al pubblico dello stadio Olimpico.
1938
La quinta Supercoppa Italiana
A Ryad, 22 dicembre 2019, Juventus e Lazio si contendono la Supercoppa Italiana. I biancocelesti battono 3-1 la Vecchia Signora grazie alle reti di Luis Alberto, Lulic e Cataldi. La quinta Supercoppa Italiana della Lazio è anche il sesto trofeo della gestione del Presidente Claudio Lotito.
1939
Per la prima volta con i numeri sulle maglie
Il 17 settembre 1939 è una data storica per il calcio italiano, quella in cui per la prima volta i tifosi vedono i propri beniamini calcare i campi con un insolito numero, di grandi dimensioni, cucito sul retro della casacca. Grazie ad una circolare emanata dall’allora presidente della FIGC Giorgio Vaccaro si rende obbligatorio il numero da cucire sulle divise dei giocatori. Per la Lazio il giorno del battesimo è il match contro il Modena (1-1)
1941
Piola eroe del derby con la testa fasciata
Il 16 marzo 1941, è derby leggendario alla Rondinella. Piola dopo uno scontro con Acerbi crolla a terra con il viso insanguinato. Immediatamente soccorso e riportato negli spogliatoi gli viene sconsigliato di riprendere il gioco. Piola risponde che gli vengano applicati alla svelta i necessari punti di sutura. Avvolta la testa con una benda enorme, torna in campo. Il primo tempo sta per concludersi, quando su una palla contesa Piola si avventa come una belva. Si dimentica della ferita, colpisce la palla con la fronte ferita e la scaraventa in rete. L’urlo di gioia dei tifosi soffoca il suo grido di dolore. Crollato di nuovo a terra, nel contrasto con il pallone, le grappette si sono affondate nella carne, la benda è diventata tutta rosso sangue. Negli spogliatoi il medico tenta di nuovo di fermarlo. Piola non sente ragioni e al 35‘ della ripresa proprio lui raddoppia. Piola batte la Roma 2-0.
1943
Piola lascia la Lazio
Per essere un campionato di guerra, la Lazio può vantare l’arma più micidiale: un Silvio Piola al fulmicotone. È infatti il capitano biancazzurro che conquista il primato dei cannonieri con 21 reti. Nessuno lo sa, anche se intimamente può temerlo, ma questo del 1942/43 è stato l’ultimo campionato di Piola con la maglia della Lazio. Gli eventi precipitano. Il 19 luglio 1943 Roma viene duramente bombardata. Il 25 cade il fascismo. Piola lascia la Lazio con 159 gol. Successivamente diventerà il miglior marcatore italiano di sempre, con 274 reti realizzate in Serie A (290 considerando le 16 reti realizzate nel campionato misto A/B post-bellico, diviso in due gironi)
1944
La Lazio vince il 1° Campionato Romano
1944. La Lazio vince il 1° Campionato Romano Il 27 novembre 1943 la Federazione attraverso un comunicato federale, annuncia che il campionato si sarebbe disputato attraverso un sistema misto, che avrebbe raggruppato le società di Serie A, B e C in un'unica serie divisa in gironi regionali. Le finaliste si sarebbero poi incontrate in un girone unico. A Roma si gioca in tre stadi: la Rondinella, il Motovelodromo Appio e lo Stadio Nazionale. La Lazio vince il girone laziale, ma non può partecipare alle fasi finali poiché frattanto gli alleati, dopo la battaglia di Monte Cassino e lo sbarco di Anzio, occupano l'intero territorio regionale. Alla Lazio, pertanto, rimane semplicemente il titolo di "Campione del Lazio".
1949
Per la prima volta con la fascia rossa sul braccio
Dalla stagione 1949/50 la Lega introduce l’uso della fascia al braccio sinistro per individuare il capitano della squadra. La Lazio sceglie la rappresentatività della fascia di colore rosso. Il mondo del calcio piange il “Grande Torino”. Il 4 maggio 1949 l'aereo che riporta nel capoluogo piemontese il Toro si schianta sulla collina di Superga. Nessun superstite. Una delle squadre più forti di tutti i tempi viene annientata. Il tricolore viene assegnato d’ufficio al Torino. Lo stadio Nazionale di Roma sarà intitolato proprio a questa squadra leggendaria.
1949
Gradella lascia il calcio
A soli 28 anni, a causa di ripetuti infortuni, il portiere Uber Gradella interrompe la sua carriera sportiva. Ma la singolarità della vita di Gradella è la fedeltà ai colori biancazzurri. Uno sportivo vero che non vorrà mai abbandonare Roma malgrado la crisi economica. La Lazio non ha i soldi per pagargli l'ingaggio e allora lo aiuta ad affrontare una nuova sfida, nel ramo imprenditoriale, dandogli la “chance” di aprire un negozio di abbigliamento e attrezzature sportive, denominato “Bottega dello Sport”.
1951
I fratelli Sentimenti “condannano” i cugini alla Serie B
I fratelli Sentimenti diventano tre con l’arrivo di Sentimenti (V). La Lazio si aggiudica entrambi i derby. Nella seconda stracittadina si registra un episodio increscioso con la folla romanista in agitazione contro i fratelli Sentimenti i quali, dopo essere tornati a casa scortati dalle camionette dei Carabinieri, dimostrano tutta la loro lazialità aprendo le porte della loro abitazione ai tifosi laziali per festeggiare la vittoria nel derby. La Roma giunge diciannovesima e retrocede in Serie B.
1953
Si inaugura lo stadio Olimpico
Ideato nel 1927 e originariamente noto come stadio dei Cipressi, nasce su progetto di Enrico Del Debbio, nel 1949 viene deciso dal CONI, suo proprietario, il completamento, curato da Annibale Vitellozzi, che lo ultima nel 1953; all'epoca, noto come stadio dei Centomila per via della capienza che si aggirava intorno ai 100.000 posti, è ribattezzato stadio Olimpico dopo l’assegnazione a Roma dei Giochi olimpici del 1960. È inaugurato dai biancazzurri in campionato il 20 settembre 1953, con l’incontro Lazio-Legnano.
1958
il primo trofeo della storia è la Coppa Italia
Nel 1958 la FIGC decide di ripristinare la Coppa Italia. La Lazio si aggiudica la prestigiosa competizione nazionale battendo in finale la Fiorentina. Il primo trofeo vinto segna anche il debutto della coccarda tricolore, segno distintivo che, similmente a quanto già accadeva con lo scudetto, identifica la formazione vincitrice della Coppa Italia. Pertanto, a partire dalla stagione 1958/59, la Lazio il primo club a fregiarsi della coccarda sulla maglia.
1965
Lenzini diventa presidente
Durante l’annata 1965 (il 18 novembre) si registra un evento storico: l’insediamento di Umberto Lenzini alla presidenza della Lazio. L’uomo, che diventerà famoso con il bonario appellativo di “Sor Umberto”, nasce in America, in Colorado. Di mestiere fa il costruttore e porterà la Lazio al suo primo scudetto. Basterà attendere quasi un decennio
1967
La Stella d’Oro al merito sportivo
In estate la S.S. Lazio viene insignita della “Stella d’Oro” al merito sportivo, riconosciutole per aver saputo coltivare la tradizione e l’attività di quel grande patrimonio morale e sportivo costituito dalle numerose discipline sportive praticate.
1969
Si spengono le luci, ma arriva Chinaglia e le “riaccende”
Con la Lazio neopromossa in Serie A debutta Giorgio Chinaglia, un giovane che, venuto dalla Serie C, segnerà ben 12 reti. L’annata inizia con un derby di Coppa Italia che finisce tra le polemiche. A pochi minuti dalla fine della partita si spengono i riflettori dello stadio, che poi tarderanno (parzialmente) a riaccendersi. La vittoria viene assegnata a tavolino ai giallorossi in quanto la Lazio è ospitante ed organizzatrice del match.
1971
Vince la Coppa delle Alpi ed arriva Maestrelli
Con la Lazio retrocessa in Serie B, viene esonerato il tecnico Lorenzo. C’è, comunque, da disputare la Coppa delle Alpi, competizione europea che si svolge a fine campionato. La FIGC designa la Lazio, la Sampdoria, il Verona ed il Varese come rappresentanti del calcio italiano. Il percorso della Lazio guidata da Lovati è sorprendente tanto da portarla alla finale. Il 25 giugno 1971, allo “Stadio San Giacomo di Basilea”, la squadra biancazzurra vince la Coppa delle Alpi battendo il Basilea per 3-1, con doppietta di Chinaglia. Il presidente Lenzini individua proprio in Tommaso Maestrelli il profilo giusto per rilanciare la Lazio.
1973
Dalla B allo scudetto sfiorato in pochi mesi
Appena salita dalla serie cadetta, la Lazio si gioca subito lo scudetto. Il doppio successo nei derby ed un grande girone di ritorno permettono agli uomini di Maestrelli di raggiungere la prima posizione in classifica a quattro giornate dal termine. L’ultima giornata è da cardiopalma. Sono tre le squadre a contendersi il titolo: Milan a 44 punti, Juventus e Lazio a 43. Alla fine del primo tempo il Milan sta perdendo a Verona e la Juventus a Roma, mentre la Lazio pareggia a Napoli. Al 90' i rossoneri cadono definitivamente a Verona, la Juventus sconfigge i giallorossi, trovando l’autostrada libera per beffare i biancazzurri, sconfitti dal Napoli.
1974
Campione d’Italia
La squadra del presidente Umberto Lenzini per il campionato 1973/74 è sostanzialmente la stessa che aveva disputato un'eccezionale stagione nell’annata precedente, con l’innesto in pianta stabile di D’Amico, gioiello delle giovanili. Alla vigilia del campionato pochi credono che i biancazzurri possano ripetersi. Chinaglia si rivela infallibile come cannoniere. Pulici e Wilson sono i leaders della difesa e Re Cecconi si dimostra un mix di qualità e quantità. Frustalupi interpreta il ruolo del regista e D’Amico quello del fantasista. La Lazio, inoltre, vanta giocatori come Petrelli, Martini, Oddi, Nanni, Garlaschelli che offrono un contributo eccellente alla causa. Domenica 12 maggio 1974 è una data storica per tutto il popolo laziale che celebra la conquista del tricolore.
1976
Maestrelli salva la Lazio e dice addio
La malattia di Maestrelli impone il cambio in panchina. Al suo posto viene chiamato in panchina il tecnico Corsini e Chinaglia è sempre più attratto dal calcio “a stelle e strisce”. Esplode in prima squadra Bruno Giordano, attaccante della Primavera, che segna subito al suo esordio la rete che permette di espugnare il campo della Sampdoria. I rapporti tra Chinaglia e Corsini sono pessimi e, con una squadra ormai in caduta libera, torna Maestrelli a dare l’ultimo aiuto alla sua Lazio. Il sofferto pareggio a Como (2-2) evita alla Lazio la retrocessione all’ultima giornata. Il 2 dicembre del 1976 muore Maestrelli.
1977
L’ultima partita di Re Cecconi
È domenica 24 ottobre 1976 ed allo Stadio Olimpico la Lazio affronta il Bologna in campionato. La gara termina con un netto 3-0. La gara però rimane segnata dall'infortunio occorso al 20’ a Luciano Re Cecconi, costretto ad abbandonare il terreno di gioco. Si tratta di un incidente singolare: al 13’, nel girarsi per passare la palla a Wilson, il ginocchio che faceva da perno si è improvvisamente bloccato. Sarà proprio questa l’ultima gara in biancazzurro dell’Angelo Biondo che a causa di un tragico episodio morirà il 18 gennaio 1977.
1979
La tragedia Paparelli
Bruno Giordano al termine della stagione 1978/79 diventa capocannoniere con 19 reti. Ma un altro dramma si consuma: il 28 ottobre 1979 muore Vincenzo Paparelli. L'omicidio di Paparelli, avvenuto prima del derby del 28 ottobre 1979 all'interno dello stadio Olimpico, è una delle pagine più nere della storia del calcio capitolino. Il 18 novembre dello stesso anno la Lazio e la Roma decidono di disputare una partita amichevole a squadre miste e di devolvere l’incasso in favore della famiglia del tifoso scomparso.
1981
Il primo sponsor commerciale è la Tonini
La stagione calcistica 1981/82, si presenta con la novità assoluta, quella degli sponsor commerciali che possono reclamizzare i propri marchi sulle magliette dei calciatori. Oltre 28 club italiani di Serie A e B, scendono in campo sfoggiando uno sponsor sul petto. È una novità che crea inizialmente molta perplessità tra i tifosi abituati alle maglie immacolate dei loro idoli. La Lazio è sponsorizzata dalla Tonini, un’azienda alimentare torinese leader nella produzione di grissini.
1982
Nasce il mito della “Maglia Bandiera”
Con il presidente Casoni nasce graficamente una nuova aquila avveniristica, aggressiva e con le lunghe ali tese: è l’aquila stilizzata. Ideatore del logo e della prima maglia è il creativo Otello Cecchi della Marksport di Firenze. La nuova divisa si presenta per la metà inferiore celeste e per quella superiore bianca, sovrastata sul petto dall’aquila stilizzata di colore blu. Un disegno del rapace con le lunghe ali che, passando per le maniche, abbraccia il calciatore fino alla schiena, terminando in prossimità del numero.
1987
La leggenda del “Meno Nove”
Dopo le dolorose vicende che coinvolgono la Lazio nello scandalo del calcioscommesse, tre personaggi fondamentali salvano il club dal fallimento: Bocchi ed i fratelli Calleri. Nell’estate rovente del 1986 la Lazio viene retrocessa in Serie C, ma la condanna è attenuata dalla Caf che conferma la Serie B, ma con 9 punti di penalizzazione. L’ultima, drammatica partita, è in casa col Vicenza e viene decisa da Fiorini. Non basta, è doppio spareggio a Napoli, con Taranto e Campobasso. Di fronte a 35.000 tifosi laziali, il Taranto batte la Lazio rendendo drammatico lo scontro col Campobasso: un altro gol entra nella leggenda e lo segna Poli che salva la Lazio.
1988
Arrivederci Olimpico, addio vecchia Curva Nord
Lazio-Taranto è la partita della promozione in Serie A, ma il cuore del tifo biancazzurro è in curva Sud. La storica Nord è un cantiere per la realizzazione del nuovo Olimpico per i Mondiali di Italia ’90. Uno striscione accompagna questo addio: “Cara, vecchia Nord, con il cuore non ti dimenticheremo mai”.
1989
Di nuovo nel catino del Flaminio
A causa dei lavori di ristrutturazione dello stadio Olimpico per i Mondiali del ‘90, nella stagione 1989/90 la Lazio gioca le proprie gare interne allo stadio Flaminio. Nelle gare disputate al Flaminio è un tuffo al cuore per tutti i tifosi che possono vedere i propri beniamini da vicino, senza piste d'atletica, e con una visuale perfetta. Un tifo caloroso ed appassionato accompagna la Lazio in tutte e 17 le gare interne di quella stagione.
1990
Calleri porta il mito Zoff a Roma
Un nome dal grande prestigio e di spiccata notorietà per la panchina laziale. Arriva dalla Juventus il mito, la leggenda, il campione del mondo del 1982, “mister” Dino Zoff, fresco vincitore di Coppa Italia e Coppa Uefa con la Juventus. Calleri assegna all’ex bandiera della Nazionale italiana il compito di far compiere alla squadra il salto di qualità.