STORIA DEL CLUB
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1900
1900
Nasce la Lazio
Lugi Bigiarelli è l’ideatore della “Società Podistica Lazio”, fondata a Roma il 9 gennaio 1900. Quel giorno, lui, suo fratello Giacomo ed altri 7 amici decidono la costituzione della Lazio, seduti su una panchina di Piazza della Libertà. I soci risulteranno poi 15 alla sottoscrizione del primo Statuto sociale il 13 gennaio 1900, tutti animati da puro spirito olimpico. I Padri Fondatori vogliono costituire una società per poter partecipare ad una gara podistica, il “Giro di Castel Giubileo”, riservata esclusivamente a squadre tesserate. Proprio per quest’evento la Lazio nasce in origine unicamente come società podistica.
1901
Arriva il football
Nel 1901, al podismo, al canottaggio, al nuoto e all’escursionismo, si aggiunge così un’ulteriore disciplina: il football, ancora poco conosciuto a Roma nei dettagli e nelle sue regole di gioco. Nell’Urbe gli unici a praticarlo, infatti, sono i seminaristi del Collegio Scozzese ed Irlandese. Probabilmente il “trait d'union” tra la neonata Società Podistica Lazio ed i seminaristi britannici praticanti del football a Roma, porta il nome Bruno Seghettini, che nel gennaio 1901 si presenta nella sede della Lazio in Via Valadier 21, e decide di raccontare loro gli aneddoti sulle origini e sulle regole basilari di questo sport nato in Inghilterra. Mostra la sua palla di corda annodata che rimbalza ogni qualvolta tocca terra.
1903
Compaiono le prime porte di legno
Nel 1903 Alberto Canalini, di professione falegname e socio laziale, costruisce le prime porte di legno a Roma e le pianta a Piazza d’Armi, il primo campo da gioco della Lazio. Nella foto, il centrattacco e capitano della Lazio, Sante Ancherani, intento a posizionare una porta sul campo.
1904
Il primo derby della Capitale è Lazio-Virtus
Il 15 maggio 1904 viene disputato il primo “derby” documentato della Capitale, giocatosi a Piazza d’Armi e vinto dalla Lazio per 3-0 con una tripletta del suo centrattacco Sante Ancherani. Per l’occasione la Lazio inaugura le proprie nuove divise, realizzate artigianalmente dalla famiglia di Sante. Quelle bellissime casacche sono delle camicie di flanella ad inserti bianchi e celesti realizzate in casa e cucite dalla mamma e dalla sorella di capitan Ancherani.
1905
La prima volta dell'aquila imperiale romana
Debutta il simbolo adottato in quel periodo e nel quale compare per la prima volta l'aquila imperiale romana. Lo stemma raffigura il rapace, emblema delle legioni romane, in posizione di attesa, adagiato su uno scudo a sette bande verticali, quattro azzurre e tre bianche. Le maestose ali dell’aquila sono raccolte verso il basso e seguono la curva dello scudo sul lato destro. Il becco dell’aquila sorregge un cartiglio azzurro con la denominazione “S. Podistica Lazio”.
1906
Un nuovo campo per la Lazio
Nel 1906 il club trasferisce il proprio quartier generale presso Villa Borghese. Il presidente Ballerini, infatti, riesce ad ottenere in concessione la Casina dell’Uccelliera come sede e l'area verde di Parco dei Daini viene utilizzata come campo da gioco.
1907
Vince il Campionato Romano
Il campionato romano del 1907 è il primo torneo aperto a tutte le società di football capitoline. I biancocelesti s’impongono subito sulle rivali infliggendo un perentorio 2-0 al Roman ed un roboante 3-0 alla Virtus e diviene immediatamente la prima squadra Campione del Lazio. In qualità di detentrice del titolo di "Campione del Lazio" del 1907, la Lazio è invitata a Perugia per disputare una sorta di spareggio interprovinciale. I biancocelesti incontrano lo Sport Club Siena e, dopo appena mezz’ora di gioco, sono già avanti di cinque reti a zero. La partita viene sospesa per manifesta inferiorità dell’avversario. Di questa squadra è centrattacco ed allenatore Sante Ancherani.
1908
Lazio Campione Centro-Sud, con tre partite in un giorno
In virtù dei successi conseguiti nell'annata precedente (campionato romano e fase interregionale a Perugia), la Lazio è invitata a Pisa per partecipare alle finali centro-meridionali in programma domenica 7 giugno 1908. Sta di fatto che la Lazio schiera la medesima formazione, disputando tre partite consecutive domenicali e batte prima il Lucca per 3-0 (ore 10), poi la Spes Livorno per 4-0 (ore 14) e quindi la Virtus Juventusque Livorno per 1-0 (ore 16:30). In quella giornata Lazio si laurea vincitrice del torneo interregionale.
1910
Nasce il “Campionato Regionale Laziale”. Subito è trionfo.
Il 13 marzo 1910 è indetta una storica partita tra la Lazio e la Ginnastica Fortitudo, terminata con l’eloquente risultato di 11-0 per i biancocelesti. Tale sfida è anche la partita d’esordio del primo Campionato Romano organizzato dal Comitato Regionale Laziale sotto l’egida della nuova Federazione che assume il nome di FIGC nel 1909. Le squadre iscritte sono: Lazio, Roman, Juventus e Ginnastica Fortitudo. La Lazio vince facilmente il primo torneo ufficiale regionale, totalizzando 12 punti in 6 partite. Segna 31 reti e ne subisce appena 2.
1912
Vittoria record sul nuovo campo della Farnesina
La squadra della Lazio momentaneamente si sposta al campo della Farnesina, situato assai lontano, in prossimità del Poligono di Tiro oltre Ponte Milvio, più o meno nell’area occupata vent’anni dopo dallo Stadio dei Marmi. Il campo è inaugurato con un secco 5-0 all’Audace e viene utilizzato per poco più di un anno, il tempo necessario per ultimare i lavori al campo della Rondinella. Domenica 10 novembre 1912 va in scena la partita Lazio-Pro Roma 13-1 che risulterà la vittoria della Lazio con il più ampio scarto in gare di campionato della storia del primo club della Capitale.
1913
Arriva la prima “Finale Nazionale”
La FIGC vara il primo campionato nazionale. Esso è strutturato in tre gironi per l’Italia settentrionale e tre per l’Italia centro-meridionale. A raggiungere la finalissima, dopo aver sbaragliato tutti i suoi avversari, è la Lazio, regina incontrastata di Roma e del Centro-Sud. Incontra, nella Finale Nazionale (disputata a Genova), il Pro Vercelli che domina l’incontro, imponendosi per 6-0 sui biancazzurri, conquistando il titolo. Il calcio del Nord è ancora troppo superiore.
1914
Di nuovo in “Finale Nazionale”
Ricomincia la nuova stagione e la Lazio parte ancora con i favori del pronostico, almeno per quanto riguarda le avversarie capitoline, e quelle del Centro e del Sud della penisola. Le aspettative non vengono deluse. In sequenza i biancazzurri spengono le velleità delle formazioni romane e poi della Spes di Livorno e dell’Internazionale di Napoli, laureandosi Campione dell’Italia Centro-Meridionale, successo che le darà diritto alla finalissima nazionale. Nelle due partite con il Casale, la Lazio viene sconfitta per 7-1 in Piemonte e per 0-2 a Roma.
1914
Si inaugura lo stadio della Rondinella
La data del 1° novembre 1914 è una data storica. Il match Lazio-Audace 3-2 inaugura la storia del leggendario campo della Rondinella, ubicato nel neonato quartiere del Flaminio.
1915
Lo scudetto negato
Al momento della sospensione bellica del campionato 1914/15 per lo scoppio della Prima Guerra Mondiale la Lazio si laurea Campione dell’Italia Centro-Meridionale e, dunque, conquista il diritto di disputare la “Finalissima Nazionale” contro la primatista del Girone Finale dell’Italia Settentrionale, finalissima valida per l’assegnazione del titolo di Campione d’Italia. Il torneo dell’Alta Italia, però, è interrotto ad una giornata dal termine per lo scoppio della Grande Guerra con una delibera adottata della FIGC il 22 maggio 1915.
1921
La Lazio diventa “Ente Morale”
Il sodalizio dello storico presidente Fortunato Ballerini viene insignito, con Regio Decreto 907/1921 del 2 giugno 1921, dell’onorificenza che lo erige Ente Morale per aver trasformato il proprio campo, quello dello stadio della Rondinella, in orto di guerra con lo scopo di sfamare la popolazione romana, provata dalla terribile carestia bellica. La Lazio è, a tutt’oggi, l’unica società presente nel panorama sportivo nazionale ed internazionale ad aver conseguito tale onorificenza meritoria. L’acquisizione di tale status, peraltro, permette al Generale Giorgio Vaccaro, sei anni più tardi, di opporsi con successo alla fusione con la costituenda A.S. Roma.
1923
Arriva la terza “Finale Nazionale”
La Lazio raggiunge la terza finale scudetto della sua storia. I giovani, messisi in luce nel periodo post-bellico, crescono e rendono nuovamente grande la Lazio che schiera giocatori del calibro di Bernardini, Faccani e dei fratelli Saraceni. Nel girone regionale la Lazio elimina l’Alba, la Fortitudo, l’U.S. Romana, la Juventus, l’Audax e il Roman. Al girone successivo liquida l’Ideale, la Libertas Palermo e l’Internaples. In semifinale batte il Savoia e si arrenderà solo al Genoa nella doppia finale (Genoa-Lazio 4-1, Lazio-Genoa 0-2).
1925
Bernardini primo giocatore romano in nazionale
In questa stagione Fulvio Bernardini fa il suo esordio in azzurro. Primo romano e primo giocatore della Lazio ad arrivare alla selezione nazionale. Dal primo calciatore romano e laziale in nazionale al primo allenatore professionista della Lazio: in panchina, infatti, siede il magiaro Koszegy, primo tecnico professionista della storia biancoceleste.
1926
Da SPL a SSL, addio alla Podistica
Dal 19 giugno 1926 la Lazio cambia la sua denominazione ufficiale passando da "Società Podistica Lazio" diviene "Società Sportiva Lazio".
1927
No alla fusione con altri club minori capitolini
La Lazio rischia di sparire sull’altare di una decisione politica che vuole arrivare alla fusione di tutte le squadre romane per dar vita ad una società forte economicamente e competitiva in campo nazionale. Ma la Lazio si opporrà. In questa "querelle" si inserisce la figura del Generale Giorgio Vaccaro, influente capo dello sport italiano che, nominato vicepresidente della Lazio, ne difende storia e unicità. Il fatto che la Lazio fosse Ente Morale gioca un ruolo fondamentale nella questione. La Lazio resterà tale, custodendo gelosamente il titolo di prima squadra di Roma.
1929
Girone Unico con Zenobi presidente
Il nuovo presidente è Remo Zenobi, uno dei migliori dirigenti della storia biancazzurra. La stagione 1929/30 è la prima con il campionato a Girone Unico. In una Serie A a 18 squadre composta, per lo più, da squadre del Centro-Nord (con le sole eccezioni di Napoli, Roma e Lazio), i biancazzurri si salvano dopo un inizio travolgente e promettente. Alla prima giornata liquidano per 3-0 i Campioni d’Italia del Bologna.
1931
La “prima” allo Stadio Nazionale del Pnf
La stagione si caratterizza soprattutto per l’addio al leggendario stadio della Rondinella. I biancazzurri si trasferiscono allo Stadio Nazionale del PNF (Partito Nazionale Fascista) e nel 1932 la Lazio stessa verrà incaricata dal Comune di Roma di gestire l’impianto sportivo. In linea con l’autarchia vigente sono bandite tutte le espressioni di origine anglo-sassone e quindi anche la parola “football” viene censurata; da questo momento in poi il giuoco sarà denominato solo “calcio”.
1931
La Brasilazio
Per cercare di risolvere una crisi tecnica che dura ormai da anni, anche la Lazio, ha pensato di ingaggiare una serie di calciatori oriundi, ossia giocatori stranieri in grado di dimostrare ascendenze native della madrepatria italiana. Sono così nove i brasiliani tesserati dalla Lazio, di cui sette oriundi, tra cui spiccano Fantoni II e Guarisi. La cosiddetta “Brasilazio” è allenata da un altro carioca, Amilcar Barbuy. I “brasilaziali” scendono in campo indossando paradossalmente una casacca molto “argentina” e ben poco “brasiliana”, con larghe bande verticali di colore bianche e azzurre.
1934
Piola alla Lazio
Nell’estate del ‘34 Silvio Piola passa clamorosamente alla Lazio. Il giocatore, inizialmente restio per ragioni familiari e con l’ambizione di essere presto convocato in Nazionale, si decide ad acconsentire al trasferimento nella Capitale grazie alla grande capacità persuasiva di Giorgio Vaccaro, presidente della FIGC ed ex vicepresidente della Lazio.
1935
La prima volta di Piola in Nazionale
Il commissario tecnico Vittorio Pozzo convoca Silvio Piola per la prima volta in Nazionale, in vista della sfida contro l’Austria per sostituire l’infortunato Giuseppe Meazza. Piola debutta il 24 marzo 1935 a Vienna, siglando una straordinaria doppietta che impreziosisce il successo degli azzurri.
1937
La prima Finale continentale della Lazio
Nel 1936/37 i biancazzurri disputano uno splendido campionato conclusosi con il 2° posto in classifica e partecipano di diritto alla Coppa Europa, il più prestigioso torneo continentale dell’epoca, raggiungendone la finale che si disputa a settembre ed ottobre del 1937. La finale non sorride alla Lazio che la perde in maniera rocambolesca contro il Ferencváros, anche per effetto di una discutibile conduzione arbitrale nella partita di andata giocata in Ungheria che ne compromette il ritorno disputato a Roma.
1938
Piola a suon di gol è campione del mondo
Per fare spazio a Piola in Nazionale, il tecnico Pozzo è costretto ad impiegare Meazza come mezzala, ma il bomber laziale lo ripaga mettendo a segno 5 gol nel Mondiale del 1938, vinto dall’Italia con una sua doppietta nella finale in cui si impone per 4-2 contro l’Ungheria.
1939
Per la prima volta con i numeri sulle maglie
Il 17 settembre 1939 è una data storica per il calcio italiano, quella in cui per la prima volta i tifosi vedono i propri beniamini calcare i campi con un insolito numero, di grandi dimensioni, cucito sul retro della casacca. Grazie ad una circolare emanata dall’allora presidente della FIGC Giorgio Vaccaro si rende obbligatorio il numero da cucire sulle divise dei giocatori. Per la Lazio il giorno del battesimo è il match contro il Modena (1-1)
1941
Piola eroe del derby con la testa fasciata
Piola dopo uno scontro con il giallorosso Acerbi crolla a terra con il viso insanguinato. Soccorso e portato negli spogliatoi gli viene sconsigliato di riprendere il gioco. Piola risponde che gli vengano applicati alla svelta i necessari punti di sutura: torna in campo. Il primo tempo sta per concludersi quando su una palla contesa Piola si avventa, colpisce la palla con la fronte insanguinata e la scaraventa in rete. Crollato di nuovo a terra dal dolore, nel contrasto con il pallone, le grappette si sono affondate nella carne. Il medico tenta di nuovo di fermarlo. Piola non sente ragioni e nella ripresa raddoppia. Piola batte la Roma 2-0.
1943
Piola lascia la Lazio
Per essere un campionato di guerra, la Lazio può vantare l’arma più micidiale: un Silvio Piola al fulmicotone. È infatti il capitano biancazzurro che conquista il primato dei cannonieri con 21 reti. Nessuno lo sa, anche se intimamente può temerlo, ma questo del 1942/43 è stato l’ultimo campionato di Piola con la maglia della Lazio. Gli eventi precipitano. Il 19 luglio 1943 Roma viene duramente bombardata. Il 25 cade il fascismo. Piola lascia la Lazio con 159 gol. Successivamente diventerà il miglior marcatore italiano di sempre, con 274 reti realizzate in Serie A (290 considerando le 16 reti realizzate nel campionato misto A/B post-bellico, diviso in due gironi.
1944
Vince il 1° Campionato Romano di Guerra
Il 27 novembre 1943 la Federazione attraverso un comunicato federale, annuncia che il campionato si sarebbe disputato attraverso un sistema misto, che avrebbe raggruppato le società di Serie A, B e C in un'unica serie divisa in gironi regionali. Le finaliste si sarebbero poi incontrate in un girone unico. La Lazio vince il girone laziale, ma non può partecipare alle fasi finali poiché frattanto gli alleati, dopo la battaglia di Monte Cassino e lo sbarco di Anzio, occupano l'intero territorio regionale. Quindi alla Lazio, rimane il titolo di "Campione del Lazio".
1949
Per la prima volta con la fascia rossa sul braccio
Dalla stagione 1949/50 la Lega introduce l’uso della fascia al braccio sinistro per individuare il capitano della squadra. La Lazio sceglie la rappresentatività della fascia di colore rosso. Il mondo del calcio piange il “Grande Torino”. Il 4 maggio 1949 l'aereo che riporta nel capoluogo piemontese il Toro si schianta sulla collina di Superga. Nessun superstite. Una delle squadre più forti di tutti i tempi viene annientata. Il tricolore viene assegnato d’ufficio al Torino. Lo stadio Nazionale di Roma sarà intitolato proprio a questa squadra leggendaria.
1949
Gradella lascia il calcio
A soli 28 anni, a causa di ripetuti infortuni, il portiere Uber Gradella interrompe la sua carriera sportiva. Ma la singolarità della vita di Gradella è la fedeltà ai colori biancazzurri. Uno sportivo vero che non vorrà mai abbandonare Roma malgrado la crisi economica. La Lazio non ha i soldi per pagargli l'ingaggio e allora lo aiuta ad affrontare una nuova sfida, nel ramo imprenditoriale, dandogli la “chance” di aprire un negozio di abbigliamento e attrezzature sportive, denominato “Bottega dello Sport”.
1951
I fratelli Sentimenti “condannano” i cugini alla Serie B
I fratelli Sentimenti diventano tre con l’arrivo di Sentimenti V. La Lazio vince entrambi i derby. Nella seconda stracittadina la folla romanista è in agitazione contro i fratelli Sentimenti i quali, dopo essere tornati a casa scortati dai Carabinieri, dimostrano tutta la loro lazialità aprendo le porte della loro abitazione ai tifosi laziali per festeggiare la vittoria nel derby. La Roma giunge diciannovesima e retrocede in Serie B.
1953
Si inaugura lo stadio Olimpico
Ideato nel 1927, e originariamente noto come stadio dei Cipressi, nasce su progetto di Enrico Del Debbio. Nel 1949 viene deciso dal CONI, suo proprietario, il completamento, curato da Annibale Vitellozzi, che lo ultima nel 1953; all'epoca, noto come stadio dei Centomila per via della capienza che si aggirava intorno ai 100.000 posti. È ribattezzato stadio Olimpico dopo l’assegnazione a Roma dei Giochi olimpici del 1960. È inaugurato dai biancazzurri in campionato il 20 settembre 1953, con l’incontro Lazio-Legnano (1-1).
1958
Il primo trofeo della storia è la Coppa Italia
Nel 1958 la FIGC decide di ripristinare la Coppa Italia. La Lazio si aggiudica la competizione battendo in finale la Fiorentina. Il primo trofeo vinto segna anche il debutto della coccarda tricolore, segno distintivo che, similmente a quanto già accadeva con lo scudetto, identifica la formazione vincitrice della Coppa Italia. Pertanto, a partire dalla stagione 1958/59, la Lazio è il primo club a fregiarsi della coccarda sulla maglia.
1965
Lenzini diventa presidente
Durante l’annata 1965 (il 18 novembre) si registra un evento storico: l’insediamento di Umberto Lenzini alla presidenza della Lazio. L’uomo, che diventerà famoso con il bonario appellativo di “Sor Umberto”, nasce in America, in Colorado. Di mestiere fa il costruttore e porterà la Lazio al suo primo scudetto. Basterà attendere quasi un decennio
1967
La Stella d’Oro al merito sportivo
In estate la S.S. Lazio viene insignita della “Stella d’Oro” al merito sportivo, riconosciutole per aver saputo coltivare la tradizione e l’attività di quel grande patrimonio morale e sportivo costituito dalle numerose discipline sportive praticate.
1969
Si spengono le luci, ma arriva Chinaglia e le “riaccende”
Con la Lazio neopromossa in Serie A debutta Giorgio Chinaglia, un giovane che, venuto dalla Serie C, segnerà ben 12 reti. L’annata inizia con un derby di Coppa Italia che finisce tra le polemiche. A pochi minuti dalla fine della partita si spengono i riflettori dello stadio, che poi tarderanno (parzialmente) a riaccendersi. La vittoria viene assegnata a tavolino ai giallorossi in quanto la Lazio è ospitante ed organizzatrice del match.
1971
Vince la Coppa delle Alpi ed arriva Maestrelli
Con la Lazio retrocessa in Serie B, viene esonerato il tecnico Lorenzo. C’è, comunque, da disputare la Coppa delle Alpi, competizione europea che si svolge a fine campionato. La FIGC designa la Lazio, la Sampdoria, il Verona ed il Varese come rappresentanti del calcio italiano. Il 25 giugno 1971, allo “Stadio San Giacomo di Basilea”, la squadra biancazzurra vince la Coppa delle Alpi battendo il Basilea per 3-1, con doppietta di Chinaglia. Il presidente Lenzini individua proprio in Tommaso Maestrelli il profilo giusto per rilanciare la Lazio.
1973
Dalla B allo scudetto sfiorato in pochi mesi
Il doppio successo nei derby ed un grande girone di ritorno permettono agli uomini di Maestrelli di raggiungere la prima posizione in classifica a quattro giornate dal termine. L’ultima giornata è da cardiopalma. Sono tre le squadre a contendersi il titolo: Milan a 44 punti, Juventus e Lazio a 43. Alla fine del primo tempo il Milan sta perdendo a Verona e la Juventus a Roma, mentre la Lazio pareggia a Napoli. Al 90' i rossoneri cadono a Verona, la Juventus sconfigge i giallorossi, trovando l’autostrada libera per beffare i biancazzurri, sconfitti dal Napoli.
1974
Campione d’Italia
La squadra per il campionato 1973/74 è sostanzialmente la stessa che aveva disputato un'eccezionale stagione nell’annata precedente, con l’innesto in pianta stabile di D’Amico, gioiello delle giovanili. Alla vigilia del campionato pochi credono che i biancazzurri possano ripetersi. Chinaglia si rivela infallibile come cannoniere. Pulici e Wilson sono i leader della difesa e Re Cecconi si dimostra un mix di qualità e quantità. Frustalupi interpreta il ruolo del regista e D’Amico quello del fantasista. La Lazio, inoltre, vanta giocatori come Petrelli, Martini, Oddi, Nanni, Garlaschelli che offrono un contributo eccellente alla causa. Domenica 12 maggio 1974 è una data storica, si celebra la conquista del primo tricolore.
1976
Maestrelli salva la Lazio e dice addio
La malattia di Maestrelli impone il cambio in panchina. Al suo posto viene chiamato in panchina il tecnico Corsini. Esplode in prima squadra Bruno Giordano, attaccante della Primavera, che segna subito al suo esordio la rete che permette di espugnare il campo della Sampdoria. I rapporti tra Chinaglia e Corsini sono pessimi e, con una squadra ormai in caduta libera, torna Maestrelli a dare l’ultimo aiuto alla sua Lazio. Il sofferto pareggio a Como (2-2) evita alla Lazio la retrocessione all’ultima giornata. Il 2 dicembre del 1976 muore Maestrelli.
1977
L’ultima partita di Re Cecconi
È domenica 24 ottobre 1976 ed allo Stadio Olimpico la Lazio affronta il Bologna in campionato. La gara termina con un netto 3-0. La gara però rimane segnata dall'infortunio occorso al 20’ a Luciano Re Cecconi, costretto ad abbandonare il terreno di gioco. Si tratta di un incidente singolare: al 13’, nel girarsi per passare la palla a Wilson, il ginocchio che faceva da perno si è improvvisamente bloccato. Sarà proprio questa l’ultima gara in biancazzurro dell’Angelo Biondo che a causa di un tragico episodio morirà il 18 gennaio 1977.
1979
La tragedia Paparelli
Bruno Giordano al termine della stagione 1978/79 diventa capocannoniere con 19 reti. Ma un altro dramma si consuma: il 28 ottobre 1979 muore Vincenzo Paparelli. L'omicidio di Paparelli, avvenuto prima del derby del 28 ottobre 1979 all'interno dello stadio Olimpico, è una delle pagine più nere della storia del calcio capitolino. Il 18 novembre dello stesso anno la Lazio e la Roma decidono di disputare una partita amichevole a squadre miste e di devolvere l’incasso in favore della famiglia del tifoso scomparso.
1981
Il primo sponsor commerciale è la Tonini
La stagione calcistica 1981/82, si presenta con la novità assoluta, quella degli sponsor commerciali che possono reclamizzare i propri marchi sulle magliette dei calciatori. Oltre 28 club italiani di Serie A e B, scendono in campo sfoggiando uno sponsor sul petto. È una novità che crea inizialmente molta perplessità tra i tifosi abituati alle maglie immacolate dei loro idoli. La Lazio è sponsorizzata dalla Tonini, un’azienda alimentare torinese leader nella produzione di grissini.
1982
Nasce il mito della “Maglia Bandiera”
Con il presidente Casoni nasce graficamente una nuova aquila avveniristica, aggressiva e con le lunghe ali tese: è l’aquila stilizzata. Ideatore del logo e della prima maglia è il creativo Otello Cecchi della Marksport di Firenze. La nuova divisa si presenta per la metà inferiore celeste e per quella superiore bianca, sovrastata sul petto dall’aquila stilizzata di colore blu. Un disegno del rapace con le lunghe ali che, passando per le maniche, abbraccia il calciatore fino alla schiena, terminando in prossimità del numero.
1987
La leggenda del “Meno Nove”
Dopo le dolorose vicende che coinvolgono la Lazio nello scandalo del calcioscommesse, tre personaggi fondamentali salvano il club dal fallimento: Bocchi ed i fratelli Calleri. Nell’estate rovente del 1986 la Lazio viene retrocessa in Serie C, ma la condanna è attenuata dalla Caf che conferma la Serie B, ma con 9 punti di penalizzazione. L’ultima, drammatica partita, è in casa col Vicenza e viene decisa da Fiorini. Non basta, è doppio spareggio a Napoli, con Taranto e Campobasso. Di fronte a 35.000 tifosi laziali, il Taranto batte la Lazio rendendo drammatico lo scontro vinto col Campobasso: un altro gol entra nella leggenda e lo segna Poli che salva la Lazio.
1988
Arrivederci Olimpico, addio vecchia Curva Nord
Lazio-Taranto è la partita della promozione in Serie A, ma il cuore del tifo biancazzurro è in curva Sud. La storica Nord è un cantiere per la realizzazione del nuovo Olimpico per i Mondiali di Italia ’90. Uno striscione accompagna questo addio: “Cara, vecchia Nord, con il cuore non ti dimenticheremo mai”.
1989
Di nuovo nel catino del Flaminio
A causa dei lavori di ristrutturazione dello stadio Olimpico per i Mondiali del ‘90, nella stagione 1989/90 la Lazio gioca le proprie gare interne allo stadio Flaminio. Nelle gare disputate al Flaminio è un tuffo al cuore per tutti i tifosi che possono vedere i propri beniamini da vicino, senza piste d'atletica, e con una visuale perfetta. Un tifo caloroso ed appassionato accompagna la Lazio in tutte e 17 le gare interne di quella stagione.
1990
Calleri porta il mito Zoff a Roma
Un nome dal grande prestigio e di spiccata notorietà per la panchina laziale. Arriva dalla Juventus il mito, la leggenda, il campione del mondo del 1982, “mister” Dino Zoff, fresco vincitore di Coppa Italia e Coppa Uefa con la Juventus. Calleri assegna all’ex bandiera della Nazionale italiana il compito di far compiere alla squadra il salto di qualità.
1991
Si sogna con Gazza
L’entusiasmo per l’arrivo del fuoriclasse inglese Paul Gascoigne si placa all’improvviso. Gazza s’infortuna gravemente con il suo Tottenham. Arriverà a Roma con un anno di ritardo. Al suo posto viene ingaggiato il tedesco Thomas Doll che risulterà il miglior acquisto della stagione 1991/92.
1992
Cragnotti diventa presidente
Il 20 febbraio 1992 il presidente Gianmarco Calleri, cede tutte le sue azioni al finanziere romano Sergio Cragnotti, ispirato dal fratello Giovanni. Il 12 marzo, Cragnotti assume la carica di presidente della prima squadra della Capitale. Nell'organigramma societario compaiono oltre al fratello Giovanni alla vicepresidenza, anche Lionello Celon come amministratore delegato.
1992
Cambia l’emblema sociale
Con Cragnotti arriva anche il nuovo emblema sociale. Il passaggio di proprietà da Calleri a Cragnotti induce il settore marketing a rivisitare graficamente il logo della S.S. Lazio. Lo stemma viene pensato in una versione più moderna e stilizzata. Con il nuovo emblema sociale cambia anche la definizione cromatica che da sempre viene associata alla S.S. Lazio, da biancazzurri (o biancoazzurri) a biancocelesti.
1993
Signori è capocannoniere
“E segna sempre lui…si chiama Beppe Signori, si chiama Beppe Signori…”. Canta così la curva Nord al suo nuovo idolo. Il nuovo arrivato Beppe Signori, dall’inconfondibile ciuffo biondo, si aggiudica subito la classifica dei cannonieri. Alla penultima giornata con uno spettacolare 4-3 al Napoli, la Lazio si piazza al quinto posto tornando in Europa dopo 15 anni di astinenza.
1994
Zoff diventa presidente con Zeman allenatore
Cragnotti chiede spettacolo alla squadra, serve pertanto un cambio di conduzione tecnica. Cragnotti ingaggia Zdenek Zeman dal Foggia, mentre a Dino Zoff a sorpresa, è affidata la presidenza. Il tecnico boemo non richiede nomi altisonanti, ma giocatori esclusivamente funzionali al suo proverbiale modulo tattico “4-3-3”. La Lazio gioca un grande calcio e viene ammirata da tutti. La macchina da gol biancoceleste si esalta con 8 reti alla Fiorentina, 7 al Foggia, 5 al Napoli ed al Padova, 4 al Milan, al Genoa e all’Inter, 3 in casa alla Juventus.
1994
Signori ancora Re del gol
La stella è sempre lui Beppe Signori, 24 partite, 23 reti e secondo titolo di capocannoniere. Al derby di ritorno Signori punisce la Roma. Completa l’opera Marchegiani che neutralizza un rigore a Giannini. La Lazio si classifica al quarto posto e vola in Europa. Da segnalare l’esordio del gioiello del vivaio laziale, Alessandro Nesta.
1995
Le maglie vengono personalizzate
Nel 1995/96 si assiste ad un nuovo fenomeno che stravolge la classica numerazione dei completi di calcio. Le divise italiane non sono più numerate in ordine dall'1 all'11, ma come nel rugby, basket, football americano e calcio inglese: i calciatori possono personalizzare la propria casacca ad inizio stagione, scegliendo un numero che va dall'1 al 99 con l’aggiunta del nome del calciatore e che non potrà essere più cambiato.
1998
Vince la Supercoppa Italiana
La Lazio si presenta a Torino per affrontare la sua prima finale di Supercoppa Italiana. L’incontro si sblocca al 38′ su un lancio di De la Pena, Mancini tocca per Nedved che insacca portando la Lazio sull’1-0. Dal 65′ i bianconeri, però, restano in dieci a causa dell’espulsione di F. Inzaghi. L’arbitro Bettin a 4 minuti dal termine concede un calcio di rigore per la Juventus. Lo trasforma Del Piero, è 1-1. Ma la reazione dei biancocelesti è encomiabile: è Conceicao che, al terzo minuto di recupero, dall’altezza del dischetto di rigore, trafigge il portiere bianconero Peruzzi, consentendo così alla società biancoceleste di iscrivere per la prima volta nella storia il proprio nome nell’Albo d’Oro della Supercoppa di Lega.
1998
È poker con “4 derby su 4”
“4 derby su 4” in quattro mesi, dal 1° novembre 1997 all'8 marzo 1998. La storia dei derby capitolini è segnata da questo incredibile score: 1° novembre 1997, Roma-Lazio 1-3 (campionato); 6 gennaio 1998, Lazio-Roma 4-1 (Coppa Italia, andata quarti); 21 gennaio 1998, Roma-Lazio 1-2 (Coppa Italia, ritorno quarti) ed infine 8 marzo 1998, Lazio-Roma 2-0 (campionato). Nel ritorno di Coppa Italia appare uno striscione beffeggiante in curva Nord, "Tranquilli, state su Scherzi a parte", mentre Gottardi vola in contropiede al 94' per siglare un 1-2 da estasi.
1999
Vince la Coppa delle Coppe
La Lazio grazie alla conquista della Coppa Italia nella precedente stagione disputa l’ultima storica edizione della Coppa delle Coppe, arrivando imbattuta all’ultimo atto della competizione. Il 19 maggio 1999 a Birmingham in finale c’è il Mallorca che in semifinale ha eliminato il favoritissimo Chelsea. Apre subito le danze un colpo di testa di Vieri, subito pareggiato da Dani. Nel finale Nedved, con un tiro dal limite dell’area, regala ai tifosi la Coppa delle Coppe.
2000
È Triplete: Scudetto, Coppa Italia e Supercoppa Italiana
Scudetto e Coppa Italia vinti nel giro di cinque giorni, dalle 18:04 di domenica 14 maggio alla tarda serata di giovedì 18 maggio, anno di grazia 2000. Juventus, in campionato, ed Inter, in Coppa Italia, ai piedi della Lazio. Non finisce qui ovviamente. È una Lazio famelica, che non lascia nulla, nemmeno le briciole, alle avversarie. L'8 settembre 2000, sempre contro l'Inter, in un Olimpico vestito a festa, in una serata di gala indimenticabile, ecco il “triplete” nazionale, con la Supercoppa Italiana alzata al cielo di Roma. Ora Lazio fa rima anche con "triplete".
2002
Alla Lazio il Collare d’Oro
Nel dicembre del 2002 la S.S. Lazio riceve dal Coni, il Collare d’Oro al Merito Sportivo, la prima società sportiva d’Italia che attualmente composta da settantuno sezioni impegnate in oltre sessanta diverse discipline fu insignita di tale alta onorificenza. Il prezioso riconoscimento è esposto al Circolo dei Canottieri Lazio.
2003
Cragnotti lascia e nasce la “Banda Mancini”
Esplode una crisi economica nel novembre 2002 con il default dei bond Cirio. Sergio Cragnotti viene obbligato a mettersi da parte, lasciando la Lazio nelle mani delle banche. Inevitabili diventano le cessioni dei pezzi pregiati, come Crespo e Nesta. La conduzione tecnica viene affidata a Roberto Mancini. La Lazio conclude la sua stagione al 4° posto. Il 3 gennaio 2003 Sergio Cragnotti si dimette ufficialmente dalla carica di presidente della Lazio. Finisce un’era d’oro in cui la Lazio vince praticamente tutto, esclusa la Champions League.
2003
La “Maglia Day”
L’11 settembre 2003 viene presentata a Formello la “Maglia Unica” firmata dai calciatori che aderiscono al “Piano Baraldi” e destinata ai soli tifosi abbonati. Il “Piano Baraldi” è un accordo tra società e calciatori per ridurre l’enorme deficit societario accumulato, e consiste in “spalmature” degli ingaggi e nella trasformazione di parte dei loro stipendi in azioni societarie. Tutti gli abbonati si recano allo stadio Flaminio per ritirare, come regalo, la maglia speciale. La “Maglia Unica” viene indossata da tutti gli abbonati domenica 5 ottobre 2003, in occasione della gara di campionato Lazio-Chievo (1-0), giornata storica e ricordata come il “Maglia Day”.
2004
Vince la Coppa Italia
Doppia finale di Coppa Italia con la Juventus di Del Piero e Nedved. Stefano Fiore, eroe laziale, segna due reti all'andata ed una al ritorno, stendendo la Juventus e regalando la vittoria della Coppa Italia alla squadra di Mancini. La prestazione nella partita d’andata è sontuosa: Stefano Fiore decide il match con due gol straordinari, il primo d’esterno al volo e il secondo in semi sforbiciata. Nella gara di ritorno la Juventus, grazie alle reti di Trezeguet e Del Piero, riesce a raddrizzare fino al 69’ il risultato subito all'andata. Poi un’incornata vincente di Corradi rimette in carreggiata la Lazio e Fiore sigla il 2-2 definitivo che regala la quarta Coppa Italia ai biancocelesti.
2004
Lotito diventa presidente della Lazio
Dal possibile fallimento al sogno della rinascita. La stagione inizia con la novità più importante: il 19 luglio 2004 l’imprenditore romano Claudio Lotito rileva la società biancoceleste, salvandola dal fallimento e la guida verso una stabilità economica che sarà da preludio alla conquista di altri titoli sportivi.
2007
Gabriele Sandri nel cuore
Nulla può apparire importante di fronte alla morte di un tifoso. Gabriele Sandri, la mattina dell’11 novembre 2007, sta recandosi in auto a Milano con i suoi amici per assistere al match Inter-Lazio. Purtroppo, il viaggio del ragazzo viene interrotto in un modo agghiacciante: in un autogrill nei pressi di Arezzo, ecco arrivare il folle gesto di un agente che esplode un colpo di pistola dalla parte opposta della carreggiata e colpisce mortalmente il giovane tifoso all’interno della sua vettura. Il calcio italiano è in lutto e, per il popolo laziale, la figura di Gabriele rimarrà indelebile nel proprio cuore.
2009
Vince la Coppa Italia
La Lazio in questa stagione regala due momenti di grande gloria per sé e per i suoi tifosi. L’11 aprile 2009 nella stracittadina di ritorno la Lazio cala il poker sul tavolo, imponendosi sulla Roma per 4-2. Il 13 maggio 2009 la Lazio conquista la quinta Coppa Italia della sua storia contro la Sampdoria. Gol spettacolare di Zarate pareggiato da un colpo di testa di Pazzini. Ai rigori Dabo non fallisce dal dischetto il penalty del trionfo laziale.
2009
Vince la Supercoppa Italiana a Pechino
L’8 agosto 2009, data storica per la Lazio ma anche per il calcio italiano. L'edizione della Supercoppa Italiana del 2009 e la prima ad essere disputata in terra straniera. Allo stadio Bird Nest di Pechino, contro tutti i pronostici, la Lazio di Ballardini sconfigge per 2-1 l’Inter di Mourinho destinata a conquistare il triplate. La Lazio si prende il primo trofeo della stagione conquistando la terza Supercoppa Italiana della sua storia. Decisivi i gol di Matuzalem e Rocchi.
2011
Ferguson non dimentica la Lazio
Il 5 novembre del 2011, Sir Alex Ferguson, tecnico del Manchester United, tracciando un bilancio della sua straordinaria carriera, alla domanda di un collega inglese, se avesse avuto qualche rimpianto, rispondeva così: “Ho vinto tantissimo, 12 volte la Premier League e in totale più di 30 trofei, però, il rimpianto maggiore è non aver battuto la Lazio ad agosto del 1999 nella finale di Supercoppa Europea a Montecarlo, perché in quel momento quella di Eriksson era la squadra più forte del Mondo”.
2013
“Non c’è rivincita” la Lazio in finale batte la Roma
All’Olimpico di Roma il 26 maggio 2013 la Lazio conquista la sua sesta Coppa Italia battendo in un derby storico i rivali della Roma per 1-0. In termini di supremazia cittadina è una vittoria irripetibile. Uomo partita è Senad Lulic che, al settantunesimo minuto, sfrutta alla perfezione un assist di Candreva beffando il portiere Lobont. Grazie alla vittoria in Coppa Italia la Lazio si qualifica di diritto alla fase a gironi dell’Europa League, edizione 2013/14, conquistando anche la partecipazione alla finale di Supercoppa Italiana contro la Juventus.
2015
Torna la “Maglia Bandiera”
Dopo troppi anni di attesa torna la "Maglia Bandiera". Viene riproposta la terza versione della storica casacca Anni '80. È il 24 gennaio 2015, quando la Lazio e la Macron presentano (per l’anticipo con il Milan) la nuova “Maglia Bandiera” che accompagnerà la squadra per tutto il girone di ritorno e che rievoca quella delle stagioni 1982/83 e 1986/87. La terza vita della divisa con l’aquila sul petto prodotta dalla Macron è totalmente ispirata alla seconda versione, quella realizzata dalla Tuttosport nel 1986. La casacca si presenta metà bianca e metà azzurra, al centro campeggia l’aquila stilizzata con le ali che proseguono sulle maniche.
2016
La Lazio per Amatrice
Alle ore 3:36 del 24 agosto 2016 una scossa di terremoto di magnitudo 6.0 devasta le località di Amatrice, Accumoli e Arquata del Tronto. Sotto le macerie restano 299 vittime. L’intera squadra biancoceleste e tutto lo staff societario, nei giorni successivi, fanno visita ai terremotati insieme al presidente Lotito, originario di Amatrice. In occasione di Lazio-Juventus del 27 agosto 2016 i giocatori biancocelesti scendono in campo con una scritta sulla maglia “Noi con Voi” in cui viene incastonata l’icona dell’orologio del campanile di Amatrice, con le lancette ferme nel momento della scossa che ha devastato il paese reatino.
2017
Vince la Supercoppa Italiana
Un trionfo fantastico, tanto meritato quanto incredibile per come si è materializzato: il primo trofeo della stagione finisce nelle mani della Lazio, nelle mani di Inzaghi che vince il suo primo titolo da allenatore mettendo in campo un vero e proprio capolavoro tattico, capace di imbrigliare la Juventus per quasi tutta la partita: la doppietta di Immobile ha indirizzato il match, quella di Dybala nel finale l'ha rimessa in pari, poi all'ultimo respiro la stoccata del giovanissimo Murgia (entrato da poco) per il gol decisivo, da sogno, che piega i campioni d'Italia e consegna la Supercoppa Italiana edizione 2017/18 nelle mani di capitan Lulic. Ed è festa biancoceleste.
2019
Vince la Supercoppa italiana a Ryiad
Strepitosa Lazio: nella finale di Ryiad, in Arabia Saudita, conquista la Supercoppa italiana (Super Cup Coca Cola). La squadra di Inzaghi supera la Juventus per 3-1 (stesso risultato della gara disputata in campionato), giocando un ottimo secondo tempo e legittimando il successo con le reti di Luis Alberto, Lulic e Cataldi. Di Dybala il gol del momentaneo pareggio bianconero. È la quinta Supercoppa vinta, il sedicesimo trofeo nella storia.
2019
Vince la Coppa Italia
La stagione 2018/19 passa agli archivi con l’ennesimo trofeo dell’era Lotito (cinque, di cui tre Coppe Italia e due Supercoppe Italiane). Il 15 maggio 2019 nella finale di Coppa Italia la Lazio affonda la sorprendente Atalanta in una gara durissima e molto combattuta. 35.000 laziali supportano la Lazio nella partita più importante della stagione e la squadra ripaga in campo il sostegno della Curva Nord e della Tribuna Tevere completamente colorate di biancoceleste. I pronostici della vigilia danno i bergamaschi favoriti visto lo stato di forma psico fisico mostrato dagli orobici in campionato. Ma sarà una Lazio volitiva e guerriera a trionfare.
2020
Immobile vince la Scarpa d’Oro
Il centravanti della Lazio, segnando un gol contro il Napoli il 1° agosto 2020, chiude il campionato con 36 reti e, oltre a vincere per la terza volta in carriera la classifica cannonieri, iscrive il suo nome nella storia del calcio europeo. Grazie ai suoi 36 gol il bomber della Lazio Ciro Immobile si aggiudica la Scarpa d’Oro 2019/2020, succedendo al fuoriclasse del Barcellona, Lionel Messi, che in carriera ha vinto il premio per ben 6 volte, di cui 3 consecutive nelle precedenti 3 stagioni.
2021
Immobile supera Piola
Da Bergamo a Marsiglia. Giovedì 4 novembre 2021, Immobile segna il suo 160° gol con la maglia della Lazio e supera Piola, diventando il miglior marcatore nella storia biancoceleste. Ciro colpisce al "Velodrome" di Marsiglia, realizzando il gol del momentaneo 1-2 (la gara terminerà 2-2, ndr), segnando cinque giorni dopo il gol all'Atalanta, con il quale aveva agganciato Piola. Una storia bellissima, iniziata nell'agosto 2016 proprio al Gewiss Stadium di Bergamo, quando Immobile segna il primo gol con la Lazio. La leggenda lo accoglie a braccia aperte, ma il re Ciro promette ancora tante altre esultanze.